In Pakistan, le forti piogge del 2022 hanno ucciso molte persone e distrutto o danneggiato le infrastrutture pubbliche. In un primo momento le case distrutte sono risultate 1 milione, ma successivamente il numero è drammaticamente salito fino a raggiungere quasi 2,3 milioni. Tra le province più colpite quelle di Sindh e Baluchistan, una zona del Pakistan sud-occidentale confinante con l’Afghanistan.
In quest’area, il tasso di insicurezza alimentare era già molto alto, con il 41% della popolazione in situazione di crisi ed emergenza secondo la classifica IPC (Integrated Food Security Phase Classification).
Le cause sono state molteplici, tra cui le ondate di calore della prima metà del 2022, seguite da forti piogge monsoniche e inondazioni a partire da luglio, che hanno portato a una produzione agricola disastrosa e a gravi perdite di bestiame. Questo disastro ha anche aumentato le preoccupazioni per la sicurezza alimentare, poiché l’impatto delle inondazioni sull’agricoltura è stato particolarmente grave.
Di fatto, alla fine del 2022, le persone vivevano in condizioni invernali difficili, alcune senza riparo e con il minimo indispensabile per vestirsi o nutrirsi. Il Paese, dove il 64% della popolazione vive in aree rurali e dipende dall’agricoltura per il proprio sostentamento, si è trovato a dover ricostruire il proprio equilibrio economico. La ricostruzione a lungo termine è quindi una questione cruciale per il Pakistan. Ma chi è stato colpito dalle alluvioni deve poter beneficiare anche di un aiuto immediato, per sopravvivere e creare mezzi di sussistenza alternativi e sostenibili.
L’intervento dovrebbe includere il rafforzamento delle infrastrutture di irrigazione e drenaggio esistenti, la costruzione di nuove abitazioni resistenti alle inondazioni e l’aiuto ai piccoli agricoltori per sviluppare pratiche più innovative e resistenti al clima che migliorino e tutelino la produzione.
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